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La brillante intuizione di Libero Bigiaretti di aggregare in Sindacato gli scrittori italiani, il suo alto senso civico, l’anti individualismo, la vocazione ai nobili rapporti sociali ed umani su cui si fonda il viver civile, il suo impegno per creare un senso di categoria e mutualità tra gli scrittori, sono ben evidenziati in questo saggio. Il discorso ruota intorno ai molteplici aspetti della figura e dell’operato di Bigiaretti: la difesa professionale degli scrittori, considerati da un’opinione pubblica poco accorta come dei nullafacenti, l’azione prodigata per garantire loro l’accesso e la fruizione dei diritti sociali e previdenziali, prerogative indispensabili di tutte le categorie di cittadini-lavoratori. L’attività sindacale dello scrittore marchigiano si intreccia con quella letteraria e con le vicende umane di tanti scrittori “nullatenenti”. Attraverso documenti, lettere e testimonianze, e a partire dall’esperienza bigiarettiana, l’analisi qui svolta si sofferma su un periodo della situazione sociale ed economica del nostro Paese in cui acquista vigore l’azione sindacale delle grandi Confederazioni. Dietro i progetti, i fatti, il ritratto dei tempi e la cronaca, traspaiono anche l’elogio e l’affettuoso ricordo di tanti scrittori del nostro Novecento lertterario